La Storia di Giovanni Fissore
Il sig. Fissore Giovanni (1926-2001) ha avuto un’esistenza da autentico contadino contrassegnata dal lavoro duro, onesto e paziente vivendo con i frutti della terra ed in particolare allevando vitelli di razza piemontese nella cascina Matrotti della fraz. Riva di Bra (CN).
Non avendo famiglia desiderava che le sue proprietà mantenessero il contatto con la sfera agricola e che servissero per progetti di solidarietà, con lo scopo non ultimo di avvicinare i giovani ad un tipo di agricoltura pulita, genuina e rispettosa dell’ambiente.
È così che poco prima della sua morte ha effettuato la donazione di tutte le sue proprietà all’associazione MOSAICO.
Per poter realizzare concretamente il desiderio di Giovanni nell’ottobre del 2005 in accordo con MOSAICO abbiamo preso in gestione la cascina e costituito l’Associazione “PIEDI PER TERRA”. Abbiamo iniziato a condividere un sogno, realizzare una Fattoria Educativa Globale sul modello delle Cascine Didattiche, con l’ambizione di andare oltre.
Vorremmo creare uno spazio di ritrovo per famiglie e singoli, per riscoprire il gusto di vivere insieme esperienze semplici, sane e naturali, conoscendoci e prendendoci cura dell’ambiente, degli animali e degli altri senza dimenticare se stessi. Un luogo dove le diverse appartenenze, familiari, culturali, religiose possano trovare libertà di espressione e accoglienza, trasformandosi da elementi di divisione in fonte di ricchezza comune.
È un progetto che si sostiene attraverso il lavoro di chi vorrà coinvolgersi, come lavoratore, volontario o finanziatore, guardando con fiducia al futuro e all’uomo, cercando di dare valore alle cose indipendentemente da ciò che dice il mercato, raccogliendo la sfida di avviare un’attività agricola sostenibile ed in armonia con la natura sfruttando tecnologie e superfici limitate in linea con la testimonianza di Giovanni.
La struttura polifunzionale
Nel 2006 abbiamo costruito nella zona occupata dal vecchio fienile pericolante e dalle tettoie, una struttura polifunzionale destinata a laboratorio di trasformazione, cucina e luogo di ritrovo. Questo edificio con l’area verde circostante è diventato il nostro punto di riferimento, sede di gran parte delle iniziative avviate.
Facciamo un passo indietro, per presentarvi in breve la "storia di Giovanni"
Figlio unico, già a 5 anni iniziava ad aiutare i genitori lavorando duramente. In particolare si occupava del bestiame accudendo mucche e vitelli “en pastura” (al pascolo), ed è lì che, caldo, freddo, pioggia e vento, ha imparato a conoscere i suoi animali preferiti, i vitelli da carne di razza piemontese.
Quando era giovane, una sera, rincasando dalla trattoria dove aveva trascorso alcune ore di svago in compagnia, percorrendo la stradina buia che conduceva a casa, sul ciglio intravide una sagoma bianca: era un agnellino. Lui si avvicinò per prenderlo, ma con suo stupore l’animale si levò in cielo.
Alcuni in seguito dissero che lui era ubriaco, altri, col passare degli anni, pensarono che fosse un po’ matto. Sta di fatto che da quel giorno Giovanni capì quale era il suo ruolo su questa terra: vivere autenticamente ancorato nell’ambiente in cui era nato svolgendo al meglio la professione che gli era stata assegnata.
Giorno dopo giorno, nel pieno rispetto della natura coltivò l’arte di allevare i vitelli: con i suoi animali parlava e sapeva tutto ciò di cui avevano bisogno. Quando entrava nella stalla, a distanza si accorgeva della bestia che aveva la febbre.
Non prese moglie perché era convinto che lo avrebbe distolto dal suo incarico, riteneva che Dio fosse il suo sindacato, pensione, assicurazione. Accudì i suoi genitori fino alla morte, in particolare la mamma, sofferente per una lunga e debilitante malattia. Per lei fece costruire camera da letto e bagno al piano superiore.
Tutte le mattine per anni la prendeva in braccio e, portata nella stalla, la coricava nella “greppia” (mangiatoia) sul fieno.
Non cercò mai scorciatoie o situazioni accomodanti. Lui che non aveva mai sprecato niente, negli ultimi anni viveva nell’assillo che il frutto dei suoi sforzi andasse sprecato, pertanto si attivò al fine di cercare qualcuno che desse continuità al suo operato, conducendo un’agricoltura autentica attenta ai bisogni dei più deboli e palestra di vita per i più giovani.